La città di Rab - Arbe

La bellissima, antica e pittoresca città di Rab - Arbe sorge sopra una penisola di pietra arenaria, sopra un promontorio dal quale sprofonda direttamente nel mare. Il panorama unico che possono amirare i fortunati visitatori che arrivano a Rab via mare li fa rimanere senza fiato mentre amirano quest'armonia tra la natura e architettura. La parte più caratteristica e il simbolo dell'isola di Rab, sono i suoi manifestosi quattro campanili che svettano sopra il cielo limpido come alberi maestri di un grande veliero che fa rotta tra il Mar Adriatico e la pietrosa catena montuosa del Velebit (Alpi Bebie). Le millenarie mura che cingono il borgo, le piccole calle e callette, i palazzi storici, le piazze e piazzette, la bianca pietra calcare delle case creano un ambiente magico, senza stress quotidiano dettato dai ritmi della sempre più caotica vita moderna. Rab, è la perla spirituale dell' Adriatico croato. La città si suddivide in due quartieri: la parte Antica, detta anche Kaldanac, vecchio insediamento liburno e la Città Medioevale che finisce nel Varoš (Borgo). Ambedue sono rinchiuse dentro robuste mura di cinta con bastioni i cui resti, relativamente ben conservati, tuttora fanno da guardia lungo tutto il perimetro del nucleo urbano. All' interno delle mura si possono ammirare numerosi monumenti storico-culturali; infatti tutta la città è un monumento unico e bello. Nel lato nord-occidentale della Piazza "Municipium Arbe“ si trova uno degli edifici più belli della città, l' ex Palazzo del Rettore veneziano, oggi sede del Comune di Rab. La parte più antica dell' edificio si affaccia sulla Donja Ulica - Calle di Sotto, e termina con una torre quadrangolare a tre piani. All' altezza del primo piano si ammirano bifore rinascimentali finemente ornate, mentre le finestre del secondo piano sono in stile tardogotico. La facciata anteriore del palazzo è ornata da magnifiche finestre rinascimentali con il portone d' ingresso al palazzo sopra il quale corrono due file di teste di leoni con tre diverse espressioni del volto, ovvero con le fauci chiuse, semiaperte e spalancate. Questi leoni di pietra sostengono un belllissimo balcone. Il principale stile storico, quello che realmente contradistingue l'intera, città è quello romanico, probabilmente importato dalla Toscana, che da al paese un' impronta speciale in tutto l'est Adriatico, qui dominano le semplici linee rette, la bianca pietra calcare con pochi ornamenti e il lavoro preciso e instancabile dei maestri scalpellini senza nome, umile e di lunga durata.



Da quel balcone venivano letti i proclami diretti alla popolazione. L' ingresso ci porta nell' atrio, un cortile ad arcate nel quale sono collocati monumenti di pietra risalenti ad epoche diverse: un Romano con la toga, la parte inferiore di un sarcofago bizantino, alcuni capitelli risalenti a periodi vari e in vari stili dell' antichità, due colonne con iscrizioni latine e alcuni stemmi di famiglie patrizie. Dalla piazza "Municipium Arbe“, passando davanti al palazzo della Posta, si entra nella Cittavecchia o Kaldanac, il quartiere sorto già all' epoca della conquista romana, esattamente nel I secolo al tempo dell imperatore Augusto. Intorno a questo nucleo furono erette le mura e le torri. Delle antiche costruzioni oggi non è rimasto quasi nulla, perchè la città fu più volte distrutta e ricostruita. La prima distruzione avvenne nel VII secolo, all' epoca delle grandi migrazioni dei popoli. La città fu riconstruita nel secolo VIII in seguito al ripristino del dominio bizantino in Dalmazia. I monumenti storico-culturali giunti fino a noi in questo quartiere della città risalgono in gran parte al periodo tra il Dodicesimo e il Tredicesimo secolo. Tuttavia, poichè nella costruzione delle case sorte nei secoli successivi fu usato il materiale trovato dai muratori sul posto, sugli edifici di quei periodi successivi giunti intatti fino a noi si notano bene i resti delle costruzioni antiche (lapidi con iscrizioni, capitelli e ornamenti). Questa parte della città subì gravi danni anche in seguito agli incendi appiccati alle case nel corso dell' epidemia di peste nel XV secolo, sicchè molti edifici di quel periodo sono scomparsi. Nelle immediate adiacenze delle mura di cinta, nella parte più inferiore della città, sorgono la chiesetta e il convento di S. Antonio abate. Ancor prima che sorgesse il convento qui si trovava una chiesetta dedicata a S. Antonio, e accanto ad essa una casa che fungeva da sede della Confraternita di Sant' Antonio. Basta fare pochi passi, allontanandoci dal convento, per trovarci di fronte all' ex cattedrale della Madonna Grande, il monumento più interessante e certamente il meglio conservato sull' isola. Sta sul posto in cui, nel Settimo o Ottavo secolo, sorgeva una piccola chiesa di Santa Maria che fu abbattuta per motivi a noi ignoti. Nel Dodicesimo secolo fu construita nello stesso punto una basilica a tre navate in stile romanico. Il campanile della Madonna Grande ovvero campanile principale è distaccato di alcune decine di metri dalla cattedrale cui appartiene. Fu costruito in concomitanza con quella, nel XII secolo. Il convento di Sant' Andrea si trova non lontano dal campanile. Questo convento e la chiesa furono fondati dal vescovo Madius nell' XI secolo, il campanile fu costruito nella seconda metà del secolo successivo. Proseguendo il cammino verso Nord-Ovest, subito accanto al convento di Sant' Andrea sbuchiamo nella piazza della Libertà (Trg Slobode) che è il punto di conguinzione fra la Cittavecchia (Kaldanac) e il quartiere Varoš. Le costruzioni di valore monumentale, nel quartiere Kaldanac, sono per lo più in stile romanico. Le vie di questa partre più antica della città sono cali strette che serpeggiano in tutte le direzioni. Continuando per la Via di Sopra incontriamo, sul lato sinistro, la chiesetta di Santa Croce. In quel posto, nel Settecento, viene menzionata una picola chiesa di proprietà del convento di San Pietro della Draga, indicata più tardi come cappella di Sant' Antonio. Non si sa da quando è chiamata col nome attuale, che però viene collegato a una leggenda secondo cui verso la seconda metà del XVII secolo un Crocifisso che si trovava in quella chiesa fu visto piangere; pianse per la vita scandalosa che conduceva la popolazione del tempo. In seguito a quel miracolo la chiesa cambiò nome in "Santa Croce Lacrimosa“. Alla fine della Via di Sopra incontriamo la chiesetta – in rovina, perciò abbandonata – di San Cristoforo. Un tempo fu anche sede della Congregazione di questo santo, ed era inserita nel complesso della Fortezza di San Cristoforo sulle mura di cinta. Alla torre più alta, porta una scalinata di pietra. Dalle mura lo sguardo coglie il magnifico panorama della città e dei dintorni. Attraverso la piccola porta di Forte San Cristoforo si entra in uno dei più beli parchi naturali dell' Adriatico, il già descritto giardino pubblico Komrčar. Per la scalinata Bobotina si arriva in Piazza San Cristoforo dove comincia il "nuovo“ quartiere di Varoš. Dalla piazza s' imbocca la principale arteria cittadina, già cento degli affari di Arbe medievale - la Via di Mezzo. Subito all' inizio della via, sul lato destro, ci imbattiamo ad un bel palazzo rinascimentale che appartenne alla famiglia patrizia Dominis. Dirimpetto a questo palazzo, nell' edificio che ospita il Ristorante "Grand“, si vedono i resti di quello che fu un tempo lo sfarzoso Palazzo Nimira. Alla fine della Via di Mezzo, sul lato destro, si vedono i resti della Loggia. Dietro la Loggia, in via Stjepana Radića, si può vedere il bel portale del Palazzo Cernota nello stile del gotico veneziano. Fra i monumenti cittadini va ricordata pure la chiesa di San Francesco nel giardino pubblico Komrčar, nei pressi del cimitero.