Le case sono sparse su collinette e sui loro versanti in piccoli gruppi. Ogni gruppo di case ha il proprio nome di frazione, e deriva dal cognome delle famiglie che formano il gruppo di case. Più o meno lo stesso discorso vale anche per gli altri abitati dell' isola. All' entrata nel villaggio ci troviamo di fronte a una fertile valle. La maggior parte delle frazioni è raggruppata nella parte nord-occidentale della penisoletta di Lopar. Nel mezzo della valle passa la strada che si dirama in due direzioni verso i poggi che la fiancheggiano: a destra in direzione sud-est, portando verso il Vilaggio alberghiero "San Marino" e all' autocampeggio "Rajska Plaza" (Spiaggia del Paradiso); a sinistra, verso il molo di attracco del traghetto che collega l'isola di Rab e Lopar con Valbiska nell'isola di Krk (Veglia) e nella stessa direzione troviamo anche l'ufficio postale. Nel punto in cui la strada si biforca, si trovano due grandi supermercati (Konzum e Diona), un piccolo buffet e l'ufficio per le informazioni turistiche. Nel lato opposto della strada sorgono gli edifici della Scuola elementare di Lopar e la chiesa di San Giovanni.
Su una piccola altura che domina il molo d' attracco dei traghetti, in mezzo a un boschetto, svetta il campanile della chesa della Madonna. Se ne fa menzione già nel Trecento con il nome di "Santa Maria de Epario". Si sa pure che nel 1424 accanto a questa chiesetta viveva un eremita di nome Domenico. La chiesa fu più volte rinnovata e riparata, sicchè è rimasto ben poco della forma originale. L' intera penisoletta di Lopar è un susseguirsi di baie e baiette, di punte e promontori. Due insenature penetrano in particolare profondamente nell' isola: la baia di Lopar nella quale è situato il molo di attracco dei traghetti e la dirimpettaia baia di Crnica con la magnifica "Spiaggia del Paradiso" che giustamente porta questo nome. In questa baia, lunga 1500 metri, si sono despositati enormi quantità di sabbia sottilissima; la baia è un vero paradiso per i più giovani bagnanti e per chi non sa nuotare. Per raggiungere una profondità di appena mezzo metro, si cammina nel mare per cento e più metri verso il largo. Dal porto dei traghetti andando verso Nord s' incontrano tante piccole insenature circondate da boschetti. La leggenda vuole che ad Arbe - Rab siano nati lo scalpellino Marino (Marinus), colui che fonderà poi la piccola Repubblica di San Marino sugli Appennini e il suo compagno San Leo, fondatore della bellissima cittadella con la pieve e il castello che sovrasta l'intera zona. La leggenda dice che questi spaccapietre, verso la metà del III secolo dopo Cristo, si trasferi ad Ariminum, l' odierna Rimini, per lavorare alla ricostruzione delle fortificazioni di quella città. Al tempo delle persecuzioni dell' imperatore Diocleziano contro i cristiani, Marino si ritirò in una grotta sul monte Titano e fece una vita di eremita il suo esempio fu seguito da altri seguaci della medesima fede, sicchè ben presto sul Titano furono costruiti una chiesa e un cenobio, intorno ai quali più tardi si sviluppò una borgata: nacquero così la città e lo staterello col nome dello scalpellino Marino in sequito proclamato santo.